I commissari di nazionalità straniera devono conoscere la lingua italiana?

03 Aprile 2025

Con sentenza n. 2850 del 3 aprile 2025, il Consiglio di Stato ha stabilito che la mancata esplicita indicazione, nei curricula dei commissari di nazionalità straniera nominati in una procedura comparativa per la chiamata di due professori di prima fascia, della conoscenza della lingua italiana non rappresenta una circostanza idonea a dimostrare l’inadeguata comprensione dei dati emergenti dai curricula e dalle pubblicazioni scientifiche dei candidati.

Secondo i Giudici di Palazzo Spada, che hanno respinto l’appello dell’originario quarto classificato in un concorso bandito dall’Università Federico II di Napoli che lamentava l’illegittimità della procedura per mancata conoscenza della lingua italiana da parte dei commissari esteri, l’omessa compilazione del modello di “dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà” – nella quale si chiede ai commissari stranieri di attestare “di avere un’adeguata conoscenza della lingua italiana” – non assume particolare rilievo, in quanto ad essere dirimente è la sottoscrizione, da parte degli stessi, dei verbali delle operazioni compiute, con la quale hanno attestato e fatto propria l’attività valutativa compiuta nel corso delle sedute.

Ad avviso del Collegio, inoltre, poiché tutte le pubblicazioni scientifiche prodotte dai canditati e sottoposte a valutazione analitica, sono in lingua inglese, ed entrambi i commissari stranieri dichiarano di conoscere tale lingua, non sussistono elementi validi per dubitare che i membri dell’organo valutatore abbiano ben compreso gli atti della procedura concorsuale.