Con sentenza n. 12252 del 23 giugno 2025, il TAR del Lazio ha affermato la legittimità della sanzione inflitta alla docente che aveva delegato ad alcune frequentanti un corso di dottorato attività che dovevano essere compiute, istituzionalmente, dalla stessa titolare della cattedra.
Nella prospettazione della ricorrente, le mansioni affidate alle dottorande erano riconducibili al naturale percorso scientifico e professionale.
Il Tribunale non ha accolto questa impostazione, osservando, al contrario, che la professoressa si fosse evidentemente approfittata della sua posizione per indurre le studentesse del corso di dottorato a svolgere compiti esclusivamente a lei riservati, facendoli apparire come necessari per il loro percorso di ricerca, mentre in realtà costituivano espedienti per sollevarsi dalle naturali incombenze connesse alla sua funzione di docente universitario.
Le dottoresse, in particolare, erano state coinvolte in attività di referaggio su articoli scientifici senza avere le opportune competenze ed erano state, altresì, “obbligate” ad organizzare i rapporti con le studentesse e con gli studenti, in relazione alla fissazione e allo svolgimento degli esami (compresi gli adempimenti burocratici), nonché a seguire la preparazione delle tesi di laurea, a formulare una valutazione su ciascuna ed, infine, a correggere e valutare le tesine.