TAR Sicilia, Catania, Sez. I, 28 giugno 2018, n. 1380

Procedura elettorale per il rinnovo delle rappresentanze studentesche-autentica delle firme-Errore materiale

Data Documento: 2018-06-28
Area: Giurisprudenza
Massima

Deve essere annullata l’esclusione dei ricorrenti dalla procedura elettorale per il rinnovo delle rappresentanze studentesche in seno agli Organi Collegiali di Ateneo motivata dalla circostanza che l’autentica delle firme dei candidati, sarebbe stata effettuata in luogo differente da quello in cui il pubblico ufficiale che vi provvide è titolare del potere di autenticazione. Infatti, il timbro apposto dal pubblico ufficiale che autentica, accerta il luogo dove è intervenuta l’autentificazione, mentre la presenza, meglio la mancata elisione, nel modulo precompilato dell’indicazione di “Messina” appare frutto di un errore materiale.
Come da precedenti analoghi (ordinanza n. 101/2017 del 09.02.2017), il fatto che il Sindaco autenticante abbia lasciato, in calce al precompilato modulo di autenticazione, l’indicazione Messina, appare più frutto di errore materiale, probabilmente legato alla disposizione dell’Università, a sua volta fondata sulla erronea supposizione che l’autenticazione delle firme sarebbe certamente avvenuta a Messina, secondo cui il modulo non andava modificato.

Contenuto sentenza

N. 01380/2018 REG.PROV.COLL.
N. 02197/2016 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia
sezione staccata di Catania (Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 2197 del 2016, proposto da [#OMISSIS#] De [#OMISSIS#], rappresentato e difeso dagli avvocati [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], domiciliato presso la Segreteria del Tar Catania in Catania, via Istituto Sacro Cuore, 22; 

contro
Università degli Studi di [#OMISSIS#], in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall’Avvocatura dello Stato, domiciliata ex lege in Catania, via [#OMISSIS#] Ognina, 149; 

nei confronti
[#OMISSIS#] [#OMISSIS#], rappresentato e difeso dall’avvocato [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], domiciliato presso la Segreteria del Tar Catania in Catania, via Istituto Sacro Cuore, 22; 

per l’annullamento
-della nota inviata per posta elettronica ordinaria il 18-10-2016, dall’account ufficiolelettorale@unime.it, per mezzo della quale è stata comunicata all’odierno ricorrente l’esclusione dalla procedura per il rinnovo delle rappresentanze studentesche in seno [#OMISSIS#] Organi Collegiali dell’Università di [#OMISSIS#], indette per il 22 e 23 novembre 2016;
-del successivo provvedimento di esclusione dalla competizione elettorale adottato dalla Commissione elettorale di Ateneo, e di tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali;
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio dell’Università degli Studi di [#OMISSIS#] e di [#OMISSIS#] [#OMISSIS#];
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell’udienza pubblica del giorno 10 [#OMISSIS#] 2018 il dott. [#OMISSIS#] [#OMISSIS#] e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO e DIRITTO
1. Con ricorso, notificato il 17.11.2016, il signor [#OMISSIS#] De [#OMISSIS#], studente presso l’Università di [#OMISSIS#], impugna i provvedimenti in epigrafe con i quali è stata disposta la sua esclusione dalla procedura elettorale per il rinnovo delle rappresentanze studentesche in seno [#OMISSIS#] Organi Collegiali, indette per il 22 e 23 novembre 2016.
Espone il ricorrente che, in relazione alle elezioni per il rinnovo della componente studentesca del Consiglio del Corso di Laurea in consulente del lavoro e dei servizi giuridici presso l’Università di [#OMISSIS#], presentava la propria candidatura, secondo le modalità di cui al DR 1369/2016.
La sottoscrizione della candidatura veniva autenticata dal Sindaco del Comune di [#OMISSIS#] Elicona, asseritamente nell’ambito della circoscrizione comunale di competenza, su moduli prestampati forniti dall’Ateneo e recanti, come luogo di sottoscrizione, l’indicazione a stampa [#OMISSIS#].
Tuttavia, con nota inviata per posta elettronica ordinaria il 18-10-2016, dall’account ufficiolelettorale@unime.it, venne comunicata all’odierno ricorrente l’esclusione della candidatura ai sensi dell’art. 8 comma 4 del vigente regolamento di ateneo per le elezioni dei rappresentanti degli studenti in seno [#OMISSIS#] organi collegiali, poiché sarebbe risultato che l’autentica della firma del candidato, sarebbe stata effettuata in luogo differente da quello per cui il pubblico ufficiale è titolare del potere di autenticazione.
Avverso tale provvedimento di esclusione il signor De [#OMISSIS#] proponeva tempestivo ricorso alla Commissione Elettorale di Ateneo, eccependone l’illegittimità.
In data 24 ottobre 2016, la Commissione Elettorale rigettava il detto ricorso, sostanzialmente evidenziando, [#OMISSIS#] conforme parere dell’avvocatura distrettuale dello Stato di [#OMISSIS#], cui nel frattempo l’ateneo di era rivolto per chiederne l’avviso, che la candidatura andava esclusa, in ragione del fatto che l’autentica era stata effettuata fuori dal luogo in cui il pubblico ufficiale sottoscrittore era titolare del potere di autentica.
A parere degli organi dell’ateneo preposti alla valutazione della vicenda, si sarebbe stati in presenza, nel [#OMISSIS#] di specie, di un’evidente violazione del principio di territorialità cui obbedisce il vigente sistema di certificazione.
2. Contro il detto provvedimento di esclusione è perciò insorto il signor De [#OMISSIS#], che ne chiede l’annullamento affidandosi ad un unico motivo di censura.
Sostiene, infatti, il ricorrente che la commissione elettorale sarebbe incorsa in violazione di legge, travisamento dei fatti ed eccesso di potere, dal momento che non corrisponderebbe al vero la circostanza che l’autenticazione sarebbe avvenuta al di fuori del territorio comunale di competenza del pubblico ufficiale che le aveva effettuate.
Sottolinea, in particolare, la difesa del De [#OMISSIS#] che il Sindaco di [#OMISSIS#] Elicona, avrebbe proceduto all’autentica presso quel comune e si sarebbe limitato a non elidere l’indicazione [#OMISSIS#] già presente sugli stampati forniti dall’ateneo.
Tale circostanza, a parere del ricorrente, non può aver reso illegittimo l’atto di presentazione della candidatura stante che l’indicazione del luogo di autentica non sarebbe elemento essenziale dell’atto.
Si sostiene, altresì, che l’art. 21 del DPR 445/2000 individua due distinte ipotesi di autenticazione delle sottoscrizioni: quella prevista dal combinato disposto degli artt. 21 co 1 e 38 co 3 del D.P.R. n. 445/2000 e quella, più rigorosa, di cui all’art. 21 co 2 dello stesso D.P.R. che prevede che l’autenticazione sia redatta di seguito alla sottoscrizione ed il pubblico ufficiale che autentica attesta che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza, previo accertamento dell’identità del dichiarante, indicando le modalità di identificazione, la data ed il luogo di autenticazione, il proprio nome, cognome e la qualifica rivestita, nonché apponendo la propria firma ed il timbro dell’ufficio.
Secondo la prospettazione della difesa del ricorrente, tale più rigorosa procedura si applicherebbe ad atti presentati a soggetti diversi dagli organi della PA, o a questi ultimi, ma al fine della riscossione da parte di terzi di benefici economici. Alla fattispecie in esame, perciò, si applicherebbe la tipologia di autentica prevista dal combinato disposto degli artt. 21 co 1 e 38 co 3 del DPR 445/2000, che richiede esclusivamente che la sottoscrizione sia effettuata dall’interessato alla presenza del pubblico ufficiale addetto, con la sottoscrizione di questo [#OMISSIS#], previo accertamento dell’identità del dichiarante.
3. Con decreto presidenziale n. 888/2016 del 22.11.2016, il [#OMISSIS#] di questo Tribunale, accoglieva la domanda di misura cautelare monocratica, ai sensi dell’art. 56 del codice del processo amministrativo, ammettendo per l’effetto il ricorrente alle elezioni.
Con memoria del 21.11.2016 si costituiva il controinteressato.
Con memoria del 09.12.2016, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato si costituiva in giudizio per difendere le ragioni dell’amministrazione intimata, contestando le pretese del ricorrente e ribadendo il principio secondo cui i pubblici ufficiali, ai quali la legge elettorale conferisce il potere di autenticare le sottoscrizioni delle liste di candidati, siano legittimati ad esercitare il potere certificativo esclusivamente nel territorio di competenza dell’ufficio di cui sotto titolari o al quale appartengono, in applicazione, peraltro, degli artt. 2699 e 2701 c.c..
Con ordinanza n. 957/2016, in data 16.12.2016, infine, questa sezione rigettava la richiesta di sospensione del provvedimento impugnato, considerato che il ricorso appare, a un primo esame proprio della fase cautelare, infondato, in relazione alla circostanza che nel [#OMISSIS#] di specie è stato violato il principio della competenza del pubblico ufficiale.
All’Udienza camerale del 10.05.2018, il ricorso è stato posto in decisione.
4. Il ricorso è fondato.
Ritiene il Collegio che il fatto che colui che provvide ad autenticare la firma del candidato in calce al modulo fornito dall’Università non provvide ad elidere la dicitura prestampata [#OMISSIS#], non possa costituire prova della effettiva violazione del principio della competenza del pubblico ufficiale.
A sostegno della superiore valutazione, militano i rilievi fatti propri dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, in relazione ad analoghi provvedimenti di esclusione dalla competizione elettorale tenutasi nel corso del 2016, per il rinnovo delle rappresentanze degli studenti nei consigli di facoltà dell’Università di [#OMISSIS#].
Con ordinanze nn. 219 del 27.02.2017 e 308, 309 e 310 del 14.04.2017, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha, infatti, evidenziato che il timbro apposto dal pubblico ufficiale che autentica, accerta il luogo dove è intervenuta l’autentificazione, mentre la presenza,meglio la mancata elisione, nel modulo precompilato dell’indicazione di “[#OMISSIS#]” appare frutto di un errore materiale.
Del resto, come ha avuto modo di precisare questa stessa sezione (ordinanza n. 101/2017 del 09.02.2017), il fatto che il Sindaco autenticante abbia lasciato, in calce al precompilato modulo di autenticazione, l’indicazione [#OMISSIS#], appare più frutto di errore materiale, probabilmente legato alla disposizione dell’Università, a sua volta fondata sulla erronea supposizione che l’autenticazione delle firme sarebbe certamente avvenuta a [#OMISSIS#], secondo cui il modulo non andava modificato.
Alla luce delle superiori considerazioni il ricorso va accolto con il conseguente annullamento dei provvedimenti impugnati.
In ragione della novità delle questioni poste all’attenzione del Collegio, sussistono giuste ragioni per disporre la compensazione delle spese.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l’effetto annulla i provvedimenti impugnati.
Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Così deciso in Catania [#OMISSIS#] [#OMISSIS#] di consiglio del giorno 10 [#OMISSIS#] 2018 con l’intervento dei magistrati:
[#OMISSIS#] [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], [#OMISSIS#]
[#OMISSIS#] [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], Consigliere
[#OMISSIS#] [#OMISSIS#], Referendario, Estensore

Pubblicato il 28/06/2018