Il contributo analizza l’impatto dello Spazio Europeo della Ricerca (SER) nei sistemi di ricerca italiano e tedesco. Dopo una ricostruzione dei principali passaggi che hanno spinto l’Unione Europea a superare, tramite lo Spazio Europea della Ricerca, la frammentazione interna della comunità scientifica, il contributo ne analizza l’evoluzione e i progressi nell’ambito degli otto programmi quadro. La scelta del metodo di coordinamento aperto su base volontaria ha infatti lasciato libertà agli Stati sull’allineamento delle politiche nazionali, senza pregiudicare l’autonomia nell’organizzazione interna della ricerca. Sebbene il sistema italiano si sia recentemente avvicinato ai principi sanciti dalla Carta europea dei ricercatori, i continui tagli ai finanziamenti destinati alla ricerca lo mantengono lontano dagli obiettivi sovranazionali stabiliti dalla Strategia di Lisbona. A differenza dell’Italia, la [#OMISSIS#], anche nel pieno della crisi economica, ha adottato una strategia anticiclica, investendo nella ricerca e considerando lo Spazio Europeo della Ricerca non come uno strumento sostitutivo o sussidiario rispetto alle proprie politiche nazionali, ma come un mezzo di rafforzamento e consolidamento delle stesse. L’analisi evidenzia, in conclusione, che la crescente corsa ai finanziamenti europei e la prevalente funzionalizzazione delle politiche europee agli obiettivi di sviluppo economico, in assenza di una parallela implementazione degli aspetti riguardanti la professionalità dei ricercatori e, in ambito nazionale, dei singoli sistemi di ricerca, mettono a rischio il raggiungimento degli obiettivi dello Spazio Europeo della Ricerca.
(Dall’abstract a cura dell’Autore)