Seguendo una giurisprudenza ormai consolidata, il T.A.R. Lombardia ribadisce la regola secondo cui i criteri di selezione dei candidati alla copertura dei posti da professore universitario devono essere individuati esclusivamente facendo riferimento alle materie e alle funzioni che caratterizzano i singoli settori scientifico-disciplinari. Non è possibile quindi prevedere ulteriori requisiti, maggiormente selettivi, per attrarre specifici profili didattici o di ricerca. Dopo aver valutato la correttezza della decisione, il commento si sofferma sulle ragioni alla base di questa impostazione, evidenziandone i principali difetti: l’inidoneità a risolvere i problemi per cui è concepita, l’eccessiva rigidità, la compressione dell’autonomia universitaria e i possibili effetti dannosi sulla ricerca. Nell’ottica di trovare un compromesso, viene svolta una breve analisi comparatistica tra l’ordinamento italiano e quello spagnolo per elaborare i possibili rimedi.
According to the settled case law, the Regional Administrative Tribunal of Lombardia holds that the selection criteria provided to recruit the university professors have to be exclusively based on the “settori scientifico-disciplinari” framework. Thus the universities are not allowed to lay down further criteria, more selective, as to hire some specific professional profiles. After having assessed the consistency of this decision, the case note describes the rationale behind this jurisprudence, pointing out its main drawbacks: it cannot really fix the issues it was conceived for; it is too rigid; it partially deprives the universities of their staffing autonomy; it badly affects the candidates’ research agenda. In order to strike a compromise, a comparative analysis between the Italian and the Spanish legal systems is carried out as to put forward some possible remedies.
(Abstract a cura dell’Autore)