Non si parla quasi mai di ricerca nel campo del diritto, di cosa essa sia, di quale approccio richieda, di come vada svolta. A queste domande è dedicato questo saggio, nel quale si chiarisce anzitutto che la ricerca in campo giuridico, lungi dal risolversi in un uggioso tecnicismo, va intesa come studio di idee e di valori, presentandosi, dunque, come insostituibile strumento culturale dal quale ricavare chiavi di lettura inedite sull’uomo e sulla società in cui vive, che altre discipline umane non sono in grado di fornire con altrettanta chiarezza. Vengono poi analizzati i possibili significati da attribuire ai concetti di “originalità”, “innovatività” e “rigore metodologico” di una ricerca a cui alludono i criteri presenti nei bandi ministeriali. Ampie considerazioni sono dedicate, inoltre, alla resa scritta di una ricerca, specie di tipo monografico; si pone, inoltre, in luce il collegamento che non bisogna mai perdere nello svolgimento della ricerca, qualunque sia il tema trattato, con i princìpi fondamentali della materia. Non mancano, infine, amare riflessioni sulle perverse politiche universitarie che oggi ostacolano una ricerca di qualità, pur sotto l’apparenza di volerla tutelare.
(Abstract a cura dell’Autore)