Quasi la metà degli atenei italiani ha introdotto negli ultimi anni la possibilità di richiedere all’università di svolgere il proprio percorso di studi venendo identificate e identificati con un nome proprio diverso da quello registrato all’anagrafe. Si tratta di una misura pensata e riservata a coloro che affrontano un percorso di transizione di genere o comunque non si riconoscono nel genere assegnato. L’analisi di questa soluzione, immaginata per assicurare unamigliore tutela del diritto allo studio, ma anche di altri diritti, rappresenta l’occasione per ragionare sul ruolo che la Costituzione assegna all’amministrazione nella garanzia del pieno sviluppo della personalità di ciascuno e di ciascuna.
In recent years, nearly half ofItalian universities have introduced the possibility of requesting to attend their course of study by being identified by a name different from the one registered at the registry office. This is a measure designed and reserved for those facing a gender transition or for those who do not recognize themselves in their assigned gender. The analysis of this solution, designed to ensure better protection of the right to study, but also of other rights, provides an opportunity to discuss the role that the Constitution assigns to the administration in ensuring the full development of each person.
(Abstract a cura dell’Autrice)