Con la sentenza Cons. Stato n. 8516/2024, il Consiglio di Stato ha annullato un regolamento dell’Università di Trento perché conferiva al Dipartimento il potere di valutare i candidati e di discostarsi dalla valutazione effettuata dalla commissione giudicatrice. Facendo leva sulla L. n. 240/2010, il Consiglio di Stato ha ritenuto che il coinvolgimento del Dipartimento nella valutazione non garantisse la necessaria imparzialità, trasparenza e competenza per lo svolgimento della selezione. Inoltre, il giudice ha anche chiarito che il ruolo svolto dal Dipartimento violava l’art. 97 Cost. Le conclusioni e il ragionamento del Consiglio di Stato sono discutibili per alcune ragioni. In particolare, è criticabile la scelta di marginalizzare il Dipartimento senza guardare alla situazione nel caso concreto. Nel complesso, la sentenza conferma che un approccio meramente “forense” al problema dell’autonomia universitaria non è soddisfacente e richiede alcuni accorgimenti. In this ruling, the Council of State has annulled a regulation of the University of Trento because it granted the Department the power to assess the candidates and to depart from the evaluation made by the external committee. By referring to the law no. 240/2010, the Council of State has held that the involvement of the Department in the assessment does not ensure the necessary impartiality, transparency and competency required to carry out the selection. Moreover, the judge has also clarified that the role played by the Department was in breach of art. 97 Cost. The conclusions and the arguments spent by the Council of State are questionable for many reasons. In particular, it is criticizable the choice to marginalize the Department without looking at the concrete situation at stake. All in all, the ruling confirms that a mere “forensic” approach to the problem of academic autonomy is unsatisfactory and requires some arrangements.
(Abstract a cura dell’Autore)