Il presente contributo esamina l’aspettativa del dipendente pubblico per la partecipazione al dottorato di ricerca ai sensi dell’art. 2 della l. n. 476/1984. In specie, lo scritto sottopone trasversalmente ad analisi critica la natura giuridica e, di conseguenza, la relativa portata applicativa dell’istituto, così come conformato in seguito [#OMISSIS#] interventi legislativi intervenuti nell’arco di quasi tre decenni; i dubbi di illegittimità costituzionale della disciplina e le soluzioni approntate dalla prassi giurisprudenziale.
Infine, alla luce risultati della suddetta disamina, l’autore propone sia una soluzione applicativa, che una prospettiva di riforma.
(Abstract a cura dell’Autore)