Nel solco del dibattito attorno al tema della valutazione della ricerca, il contributo offre un inquadramento dello stesso, con particolare riferimento alle cc.dd. “aree non bibliometriche”, rispetto alle disposizioni e ai principi costituzionali che giustificano lo svolgimento di tale compito da parte dei pubblici poteri e, al contempo, i rischi connessi a tale compito.
Dopo aver fatto luce sugli scopi della valutazione della ricerca al fine di individuare quali siano le attività amministrative connesse sulle quali intervenire, l’autore concentra l’analisi sulle modalità con le quali viene condotta la valutazione rispetto alle singole opere e alle riviste e, più in generale, i riflessi della valutazione sulla attività degli studiosi. Infine, il contributo offre alcune proposte conclusive circa l’eliminazione dell’attività di classificazione delle riviste e il [#OMISSIS#] indirizzamento della VQR.
(Abstract a cura delle Redazioene dell’Osservatorio)