Lo studio “offre un’analisi degli esiti sul sistema universitario italiano delle politiche perseguite, messe in cantiere o mancate dopo l’entrata in vigore della riforma del 2010.
Il Consiglio Universitario Nazionale, organo collegiale ed elettivo, mette a disposizione di coloro che operano nell’Università, o che per ragioni istituzionali sono chiamati a occuparsi di Università, una sintesi organica dell’intensa attività consultiva svolta nel sessennio, con l’ausilio di competenze e conoscenze che costantemente si confrontano con le istanze, le aspettative e le criticità delle istituzioni universitarie.
In questi sei anni, il Consiglio Universitario Nazionale, articolato in quattordici aree scientifico-disciplinari, e che è soggetto a rinnovo parziale ogni biennio, ha potuto contare sul contributo di un numero di consiglieri ben più ampio rispetto alla composizione attuale, di cui si dà notizia nelle pagine iniziali del presente lavoro: ma [#OMISSIS#] è risultata, come prevede il regolamento vigente, l’articolazione interna in commissioni permanenti, cui in larga misura rinvia l’organizzazione in capitoli di questo studio.
I consiglieri che collegialmente firmano il documento, in prossimità di un nuovo rinnovo parziale del Consiglio Universitario Nazionale, esprimono la loro riconoscenza a quanti li hanno preceduti nel sessennio, a titolo individuale e come membri dei comitati d’area e delle commissioni permanenti, nella persuasione della centralità dei principi costituzionali della libertà della didattica e della ricerca, e delle articolazioni dell’autonomia universitaria che da quei principi discendono”.
(Dalla quarta di copertina)