L’esplodere della crisi pandemica e il rispetto di logiche di rigido “distanzia- mento sociale” hanno imposto alle istituzioni universitarie, tra il febbraio e il marzo del 2020, di ridefinire, spesso in maniera assai profonda, i propri assetti sia organizzativi sia di funzionamento. Il diritto all’istruzione risulta certamente uno dei diritti più incisi dall’e- mergenza pandemica da Covid-19: la compressione è notevole non tanto e non solo per il periodo di blocco totale, ma anche, e soprattutto, a ragione dell’adozione massiva e prolungata dell’erogazione della didattica in modalità a distanza. Modalità che sotto alcun profilo è stata percepita dagli attori direttamente coinvolti del tutto equivalente alla didattica tradizionale in presenza. Sulla base di tale premessa, l’Autore riflette sull’insegnamento a distanza e sull’innovazione didattica, consapevole che sia fondamentale la capacità di trovare un equilibrio tra innovazione e tradizione, tenendo presente che ripresa e resilienza [#OMISSIS#] “digitalizzazione” dell’insegnamento universitario iniziano dalla tutela dell’identità di fondo dell’istituzione accademica, vale a dire della sua “costituzione comunitaria” orientata al [#OMISSIS#] e consapevole sviluppo sociale, economico e scientifico dei consociati.
(Dall’abstract a cura dell’Osservatorio)