Improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse alla decisione del ricorso nel merito poiché, nel caso in esame, il consolidamento della posizione di studente di parte ricorrente deriva non dall’applicazione dell’art.4 comma 2 bis d.l. 30 giugno 2005, n. n.115, bensì dal superamento degli esami del primo anno del corso di studi, che ha determinato il conseguente provvedimento dell’amministrazione di consentire l’ammissione alla frequenza del secondo anno, su posti evidentemente vacanti e ritenuti utili per l’ammissione del ricorrenti.
TAR Lazio, Roma, Sez. III bis, 23 gennaio 2018, n. 832
Accesso ai corsi di laurea a numero chiuso-Improcedibilità ricorso
N. 00832/2018 REG.PROV.COLL.
N. 15396/2015 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
(Sezione Terza Bis)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
sul ricorso numero di registro generale 15396 del 2015, integrato da motivi aggiunti, proposto da
[#OMISSIS#] De [#OMISSIS#], [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], [#OMISSIS#] Canale, Dinahlee [#OMISSIS#], rappresentati e difesi dagli avvocati [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], [#OMISSIS#] [#OMISSIS#], Umberto Cantelli, con domicilio eletto presso lo studio Studio Legale [#OMISSIS#]&[#OMISSIS#] in Roma, via S. [#OMISSIS#] D’Aquino, 47;
contro
Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, l’Università degli Studi del Molise a Campobasso, l’Università degli Studi di Salerno, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentati e difesi per legge dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi, 12;
il Cineca non costituito in giudizio;
nei confronti di
Piergianni [#OMISSIS#] Di Santo, [#OMISSIS#] Pistone, [#OMISSIS#] D’Angelo non costituiti in giudizio;
per l’annullamento
del d.m. 463 del 3.07.2015 concernente le modalità di svolgimento dei test per i corsi di laurea a ciclo unico ad accesso programmato a.a 2015/2016 di ogni altro atto prodromico, connesso, successivo e conseguenziale nonché per il risarcimento dei danni;
e con i motivi aggiunti per l’annullamento
del d.m. n.50 dell’8 febbraio 2016 nella parte in cui determina la chiusura dello scorrimento della graduatoria anche a fronte di posti liberi e vacanti.
Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e dell’Università degli Studi del Molise a Campobasso e dell’Università degli Studi di Salerno;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatrice nell’udienza pubblica del giorno 5 dicembre 2017 la dott.ssa [#OMISSIS#] [#OMISSIS#] e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO e DIRITTO
In via preliminare, ritiene il Collegio che la presente decisione può essere assunta in forma semplificata, ai sensi dell’art.74 c.p.a., in considerazione dei numerosi precedenti dai quali il Collegio non ha motivo di discostarsi.
Nel rispetto del principio di sinteticità di cui all’art.3 c.p.a., inoltre, si ritiene di prescindere dalla descrizione dell’andamento del processo, per cui si rimanda agli atti di parte.
In punto di fatto, con il ricorso in epigrafe parte ricorrente espone di aver partecipato alla prova di ammissione ai corsi programmati di medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria, per l’anno accademico 2015/2016, sostenendo il test d’accesso presso l’Ateneo in epigrafe indicato.
La procedura concorsuale, ad avviso di parte ricorrente, sarebbe affetta da svariati profili di illegittimità, sia in relazione a profili attinenti le modalità di svolgimento della prova che avrebbero determinato la violazione del principio dell’anonimato, sia in quanto pur avendo parte ricorrente conseguito un punteggio superiore alla soglia minima di idoneità prevista dall’art. 10, comma 1, del D.M. 3 luglio 2015, n. 463 (20 punti), non è stata ammessa alla frequenza dei corsi. Evidenzia, quindi, che in mancanza dei profili di illegittimità denunziati avrebbe invece potuto conseguire un punteggio superiore.
Parte ricorrente ha quindi chiesto l’annullamento degli atti impugnati con il ricorso principale “solo per quanto di interesse”, con riconoscimento del diritto ad essere ammessa alla frequenza del corso di laurea cui aspira.
In via gradata, ha chiesto il risarcimento del danno in forma generica, derivante dalla perdita di chance per il doppio sbarramento del completamento degli studi e del reperimento di un posto di lavoro da medico, oltre i costi sostenuti per la partecipazione alla prova.
Con successivi motivi aggiunti ha quindi impugnato, deducendone l’illegittimità sotto vari profili, il D.M. n.50/2016, con cui gli scorrimenti delle graduatorie sono stati chiusi alla data del 15 febbraio 2016.
Tanto premesso, in via preliminare, va evidenziato che parte ricorrente ha depositato in giudizio in vista dell’odierna udienza memoria nella quale ha rappresentato la sopravvenuta carenza di interesse alla decisione del ricorso nel merito, in virtù del consolidamento della posizione di parte ricorrente – secondo l’orientamento espresso dalla Sezione anche da ultimo con sentenza n.4689/2017 e precedentemente anche dal Cons.St., sez.VI, n.2298 del 6 maggio 2014 che nella fattispecie in questione ha ritenuto applicabile l’art.4 comma 2 bis d.l. n.115/2005 – che per effetto della pronunzia cautelare ha ottenuto l’immatricolazione al primo anno del corso di studi e, quindi, dopo aver sostenuto i relativi esami, ha ottenuto l’ammissione al secondo, così conseguendo il bene della vita cui aspirava.
Tanto premesso, rilevato che la disponibilità dell’interesse alla decisione nel merito è di esclusiva pertinenza della parte ricorrente e che il Giudice non può esimersi dal rispetto del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunziato di cui agli art.112 c.p.c. e 34 c.p.a., sicchè a fronte di una esplicita dichiarazione di sopravvenuto difetto di interesse, che evidentemente presuppone l’interesse al mantenimento della posizione di vantaggio conseguita per effetto del provvedimento cautelare, non è consentito al Collegio, anche in ossequio ai principi evidenziati dall’Adunanza Plenaria n.5/2015, di potersi pronunciare su censure invalidanti dell’intera procedura (diversamente da quanto ritenuto in fattispecie analoga da T.A.R. Lazio, sez. III 9 ottobre 2017 n.10129), non resta al Collegio che dichiarare il ricorso e i motivi aggiunti improcedibili per sopravvenuto difetto di interesse, evidenziando che nel caso in esame il consolidamento della posizione di studente di parte ricorrente deriva non dall’applicazione dell’art.4 comma 2 bis d.l. n.115/2005, bensì dal superamento degli esami del primo anno del corso di studi, che ha determinato il conseguente provvedimento dell’amministrazione di consentire l’ammissione alla frequenza del secondo anno, su posti evidentemente vacanti e ritenuti utili per l’ammissione del ricorrenti.
In virtù dell’esito del giudizio, le spese di lite possono essere interamente compensate tra le parti.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Bis), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, e sui motivi aggiunti, come in epigrafe proposti, li dichiara improcedibili per sopravvenuto difetto di interesse, con consolidamento della posizione di studente di parte ricorrente.
Compensa spese.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 5 dicembre 2017 con l’intervento dei magistrati:
[#OMISSIS#] Savoia, Presidente
[#OMISSIS#] [#OMISSIS#] Immacolata Pisano, Consigliere
[#OMISSIS#] [#OMISSIS#], Consigliere, Estensore
Pubblicato il 23/01/2018